IL FEUDALESIMO GIAPPONESE                        - 1 parte -

 

Il termine feudalesimo è stato attribuito alla storia giapponese dagli occidentali nel secolo scorso ed è stato poi accettato dai loro storici che comunque preferiscono usare il termine "età media".

In Occidente feudalesimo deriva da feudo,che nel latino medievale indicava la terra concessa dal signore al vassallo (proprietario terriero e contadino), la concessione di terre in cambio della fedeltà di chi le riceve ed il ferreo rapporto tra signore e subordinato.

In Giappone si preferì adottare rapporti tra persone ( Shogun - Signore, Signore - Vassallo, Vassallo - Guerriero) che non fra principi astratti, per cui il Signore rappresenta il bene e la sua volontà è legge.

Fu in questo ambito feudale che la casta militare dei Samurai "guerriero" si venne differenziando dal resto della società e acquisì poteri che non si ebbero in nessun altro Paese.  In Giappone comunque il feudalesimo accentuò l'etica piuttosto che il diritto come invece avvenne in Occidente, tutte le obbligazioni personali vanno quindi concepite in termini morali più che giuridici, per cui fedeltà, lealtà, autorità, divennero valori assoluti che permisero al feudalesimo giapponese di mantenere il potere fino al XIX secolo, contrariamente a quanto accadde in Europa.

Una notevole diversità fra Europa e Giappone fu rappresentata dal vertice gerarchico della piramide feudale, l'Imperatore giapponese infatti, anche se investito dal cielo in effetti gestì molto raramente il potere che di fatto finì nelle mani dei nobili e degli Shogun, i capi militari appartenenti ai più potenti clan. Quindi in Europa chi concedeva il beneficio feudale era sempre l'Imperatore, in Giappone questa fu prerogativa dello Shogun.

In Europa però il feudatario era il padrone del proprio feudo, in Giappone il feudatario rimarrà soltanto un amministratore, anche se con amplissimi poteri. Fu proprio durante il feudalesimo che la classe dei Samurai si affermò nel contesto sociale giapponese.

Nel dizionario giapponese-portoghese compilato nel 1603 dai Gesuiti, al termine Bushi era atribuito il significato di soldato mentre alla parola Samurai corrispondeva quello di uomo di rispetto, d'onore, nobile, quindi il termine Samurai implicava più nozioni etiche che militari.

Il Samurai diventerà in effetti un esempio di vita oltre che di rigido condizionamento in quanto può rappresentare il massimo delle virtù civili e militari, quindi essere oggetto di ammirazione incondizionata, oppure può diventare lo strumento cieco e obbediente del potere del Signore e quindi essere odiato.  Conseguentemente la figura del guerriero assume le caratteristiche di vittima e insieme protagonista della società in cui vive, per cui risulta piuttosto difficile dare in visione equilibrata della sua posizione nella storia.

2° Parte.

La figura del Samurai subisce profondi cambiamenti dall'epoca della sua formazione in poi, già nel periodo Muromachi acquisì nuove caratteristiche ma le trasformazioni più evidenti avvennero con la formazione dei Daimyo.  All' inizio semplici comandanti di truppe che col tempo acquisirono anche l'autorità civile oltre che quella militare che già avevano, diventarono così veri a propri signori che secondo il codice dei Samurai esigevano fedeltà assoluta da tutte le famiglie a loro sottoposte.

Furono i Daimyo a cambiare i rapporti interpersonali per cui i signori minori, le cui terre erano entrate nella loro giurisdizione furono legati più a questi che allo Shogun. Fu a questo punto che il Samurai perse parte della sua importanza come uomo d'armi in quanto molte delle forze militari furono integrate dai soldati a piedi (gli ashigaru) reclutati fra i contadini.

D'altra parte verso la fine del periodo degli Ashikaga i Samurai più potenti si erano già trasformati in Daimyo, mentre i Samurai minori avevano formato una piccola aristocrazia di militari e funzionari al loro servizio.  Inoltre fino al XV-XVI secolo non esisteva una netta distinzione tra Samurai e contadini, tanto che molti di questi ultimi si trasformarono in Samurai fino a raggiungere alti gradi nell'aristocrazia militare o, come per Toyotomi Hideyoshi, fino a diventare Daimyo.

Mentre molti piccoli Samurai diventano spesso contadini, tanto che a un certo punto Nobunaga prima e Hideyoshi poi, furono costretti a decretare la netta separazione tra guerrieri e contadini, rafforzando la classe dei Samurai e legando indissolubilmante i contadini alla terra..  Con l'editto delle tre clausole poi Hideyoshi proibì ogni mobilitazione tra le varie classi e i contadini furono iscritti nei registri dei loro villaggi, i Samurai invece furono registrati dai Daimyo e fu loro vietato di cambiare Signore. Sempre Hideyoshi ideò il sistema del Sankinkotai per cui tutti i suoi Daimyo con le famiglie erano ospiti ostaggi nel castello di Osaka.